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Il gioco da tavolo ideato nell'ambito del progetto

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A sei mesi dal suo avvio, il progetto “Ora mi sento a casa” – finanziato dal Fondo Asilo Migrazione e Integrazione e promosso dal Comune di San Donato in collaborazione con la Cooperativa Fuoriluoghi – si conferma uno strumento concreto per sostenere le persone che escono dal SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione) nel delicato passaggio verso l’autonomia. Dalla ricerca di un lavoro stabile e di una casa dignitosa, fino alla gestione delle procedure burocratiche e al consolidamento della lingua italiana, l’iniziativa offre un accompagnamento discreto e costante, trasformando il momento critico della transizione in un’opportunità di crescita e di partecipazione attiva alla vita della comunità.

In questi mesi si sono moltiplicate le occasioni di formazione e inserimento lavorativo, anche grazie alla collaborazione con realtà del territorio come l’Autoscuola Sud. Sul fronte abitativo, il lavoro in sinergia con Olivi Immobiliare e con l’Agenzia per l’Abitare ha aperto prospettive significative in un settore spesso caratterizzato da forti criticità. Accanto a questi percorsi individuali, il progetto ha favorito anche iniziative culturali e momenti di socialità condivisa: tra queste, la creazione di un gioco da tavolo ideato insieme ai beneficiari, capace di raccontare con originalità e immediatezza il percorso di vita di chi arriva in Italia.

“Ora mi sento a casa” si presenta così non solo come un programma di supporto, ma come un invito ad aprirsi e a costruire legami duraturi, generando una comunità più inclusiva e capace di riconoscersi nella diversità. Per approfondire i contenuti e le attività del progetto è possibile consultare la pagina dedicata: tinyurl.com/famisdm.

«Con il progetto “Ora mi sento a casa” – dichiara l’Assessora ai Servizi di Welfare Francesca Micheli – stiamo dimostrando che l’integrazione non si conclude con la fase di accoglienza, ma richiede un percorso successivo fatto di ascolto, fiducia e opportunità concrete. Accompagnare le persone verso l’autonomia significa non solo aiutarle a trovare un lavoro o una casa, ma anche offrire occasioni per stringere relazioni autentiche e sentirsi parte di una comunità. L’integrazione, infatti, non è un valore solo per chi arriva nelle nostre città, ma anche per chi accoglie: la diversità arricchisce tutti, rende la comunità più aperta e capace di guardare al futuro con fiducia. Le famiglie che hanno la possibilità di accompagnare questo percorso ricevono in cambio una ricchezza umana e culturale che tocca ogni persona del nucleo familiare, rafforzando legami e aprendo nuove prospettive. È così che l’accompagnamento delle persone che escono dal SAI diventa ricchezza condivisa, rafforza la coesione sociale e costruisce comunità che crescono grazie all’incontro con l’altro, aprendosi al mondo».

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Ultimo aggiornamento: 06-10-2025, 12:31