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Il condominio di alloggi comunali di via Vittorio Veneto

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Le case SAP (Servizi Abitativi Pubblici) non sono solo spazi fisici: rappresentano un bene pubblico fondamentale, pensato per offrire stabilità, sicurezza e una prospettiva di futuro a chi vive una situazione di fragilità economica o sociale. Per questo motivo, abitare in un alloggio pubblico comporta anche l’assunzione di una responsabilità verso l’intera comunità. Pagare il canone e le spese accessorie, commisurati alla propria reale capacità economica, non è solo un obbligo: è un gesto di giustizia e di rispetto nei confronti di tutti coloro che, con gli stessi bisogni, sono ancora in attesa di una casa. Sulla base di queste premesse, in questi ultimi due anni, l’Amministrazione comunale ha promosso una serie di azioni articolate, con l’obiettivo di accompagnare gli inquilini in difficoltà verso la regolarizzazione delle proprie posizioni.

Diversi gli strumenti messi in campo per fronteggiare la problematica: sono stati offerte azioni concreti come la rateizzazione, il supporto sociale, il confronto diretto e la mediazione. In molti casi sono state svolte indagini sociali approfondite. In altri, purtroppo, non vi è stata alcuna risposta né collaborazione da parte degli interessati. Alcuni nuclei, addirittura, non hanno mai versato il canone in anni di permanenza nell’alloggio.

Gli alloggi SAP non sono una proprietà privata: sono risorse collettive, assegnate sulla base di requisiti precisi, che devono essere mantenuti nel tempo. Ogni anno, infatti, viene richiesto l’aggiornamento dell’attestazione ISEE, necessario per verificare la permanenza delle condizioni di accesso e per determinare un canone proporzionato alla reale situazione economica del nucleo familiare. Per riportare equità e trasparenza nel sistema, in continuità con le azioni promosse in questo biennio, nelle scorse settimane è stato avviato un piano straordinario di interventi.

In particolare, di recente, sono state inviate lettere personalizzate a 8 nuclei familiari con situazioni debitorie rilevanti, con la richiesta di saldare integralmente i canoni e le spese accessorie dovute entro il termine improrogabile del 30 settembre 2025. Trascorso tale termine senza regolarizzazione, verranno avviate le procedure previste dalla normativa vigente, fino alla decadenza dell’assegnazione e al rilascio dell’alloggio, oltre all'attivazione della riscossione coattiva. Contestualmente, altri 39 inquilini con posizioni meno gravi sono stati contattati con l’invito a regolarizzare volontariamente la propria posizione, sempre entro la stessa scadenza. L’obiettivo è prevenire il peggioramento delle morosità e tutelare la continuità del rapporto locativo. Inoltre, saranno affrontate con determinazione anche le situazioni di occupazione non legittima, da parte di soggetti privi dei requisiti o insediatisi senza autorizzazione, che fino ad oggi sono sempre state intercettate e risolte nell’immediato. A queste persone sarà richiesto di regolarizzare la propria posizione o liberare l’alloggio, nel rispetto del principio di legalità e del diritto di chi attende un’abitazione.

«La decisione assunta è frutto di un’attenta e ponderata valutazione – dichiara l’Assessora alle Politiche di welfare Francesca Micheli –. Sappiamo bene che si tratta di un intervento complesso, che arriva al termine di un percorso lungo e non privo di difficoltà. Tuttavia, riteniamo che, in questa fase, sia doveroso affermare con chiarezza alcuni principi fondamentali: la tutela della legalità, il rispetto delle regole e l’equità tra tutti i cittadini.

Gli alloggi SAP rappresentano un bene pubblico prezioso, destinato a rispondere a bisogni abitativi urgenti e reali. Per questo è fondamentale garantire condizioni di parità tra chi oggi è assegnatario e chi è in attesa, spesso da anni, di un’opportunità abitativa. Non è più sostenibile che vi siano situazioni in cui, da tempo, si usufruisce dell’alloggio senza adempiere ad alcun obbligo contributivo, sottraendo risorse e opportunità a chi ne ha realmente diritto.

Il rispetto del canone, calcolato in base alla situazione economica, non è solo un dovere contrattuale, ma un atto di responsabilità verso l’intera comunità. È una forma di giustizia concreta nei confronti di chi, pur in condizioni di fragilità, ha sempre adempiuto ai propri impegni.

Se nel corso degli anni fossero stati garantiti controlli più sistematici, anche attraverso quelle azioni puntuali che abbiamo introdotto negli ultimi due anni e mezzo, alcune delle misure oggi necessarie avrebbero potuto essere evitate. Tuttavia, è nostro compito agire oggi per ristabilire equilibrio, trasparenza e correttezza nella gestione di un patrimonio pubblico che appartiene a tutti e che va custodito con rigore e responsabilità».

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Ultimo aggiornamento: 15-07-2025, 12:42